Partiti sì, partiti no, cittadini si, cittadini no, movimenti sì, movimenti no, insomma la verità è che le elezioni risvegliano entusiasmi mai perduti, inevitabilmente alimentano speranze, ma, più di ogni altra cosa, risvegliano animi sopiti da anni di nuove e cocenti delusioni che l’appuntamento elettorale trova, ogni volta, più avvelenati. E quindi la storia si rinnova nel suo ripetersi (vedi Gattopardo) e la gente (sì, “perché è la gente che fa la storia”) si riscopre, in queste occasioni, inevitabilmente tifosa. La tifoseria è quella cosa per la quale la gente (quella di prima, solo un po’ più disimpegnata perché la domenica pomeriggio mette berretto e sciarpa e va allo stadio) sta in genere tutta dalla stessa parte. Ed ecco invece accadere l’inverosimile: la tifoseria, proprio quella che sta di solito tutta da una parte, si spacca in due: ha fatto bene – ha fatto male. Ora, io lo capisco il tifoso vero, quello doc, quello che “u Putenza è semb nu squadron”, quello che erano anni che aspettava uno così, che gli riaccendesse la miccia, che assieme alla miccia gli facesse esplodere il petto di emozioni, ed è arrivato uno che molti di quei tifosi nemmeno conoscevano, ma insomma questo la miccia l’ha accesa davvero e non era un bengalino, perché la squadra a fine gennaio, e quindi sulla volata finale, è ancora lì, primainclassifica, scritto proprio così, tuttattaccato. E quel tifoso lì è come uno innamorato, uno a cui il Potenza, con tutti i suoi annessi e connessi, non glielo devi toccare.
Per cui a quello lì gli pare brutto assai che mò ci sono le elezioni e quello che ha acceso miccia e dinamite, adesso che fa? Si presenta alle elezioni?Non lo sopporta il tifoso doc che quello possa avere un altro interesse. Il Potenza è unico e solo, e non ammette distrazioni, e il tifoso doc pensa che tutti gli uomini sono come lui, che vanno a dormire con il pensiero all’ultimo gol di França e che la mattina prima di dare il bacio alla moglie lo danno a quella sciarpa. Ma intanto quello alle elezioni si presenta, e la cosa gli suona come un tradimento. Ma forse tradimento non è. No, perché quello che ha acceso la miccia sul campo la potrebbe anche accendere in una città che di ideali e di speranze ne ha perse tante negli ultimi tempi, e che forse ha persino bisogno di uno che magari può fare qualcosa per una città che sembra più morta che viva.La città è ridotta talmente male che l’ultimo politico che era riuscito a farle battere il cuore era Fierro prima maniera, poi anche il “Tanino due-la vendetta” aveva fallito nello scopo. Che poi il tifoso ‘nnamurat potrebbe obiettare che se il presidente avesse voluto fare qualcosa per la sua terra e per la sua città, casomai si sarebbe dovuto candidare alla regione o al comune, ma si sa, quando uno è innamorato, certi ragionamenti li perde di vista, accecato com’è dall’ammmore. E allora, caro tifoso ‘nnamurat, se di tradimento non si tratterà, aspettiamo e vediamo se l’entusiasmo di uno che viene da lontano non sia esattamente quello di cui si ha bisogno per far riaccendere le luci spente. E anche se non riuscirà a portare la città primainclassifica come sta facendo con il calcio, che almeno riesca a farla uscire dalla zona retrocessione. Perché questi cittadini, per quello che sono nella società e per quello che stanno dimostrando anche sul campo di calcio, di combattere per non retrocedere si sarebbero anche scocciati.

Speriamo che la discesa in campo del Presidente Salvatore Caiata possa riaccendere la speranza di un futuro migliore, come è riuscito a fare con il Potenza calcio. Forza Presidente.