Politica, religione e calcio sono i tre ambiti in cui più di frequente si fa ricorso alla parola “fede”. Ma se è vero che c’è sempre tempo per cambiare partito o confessione, l’unica vera costante di una vita resta la passione per la propria squadra del cuore. Laico e astensionista, personalmente ho nel Potenza Calcio l’unico riferimento dogmatico. Succede però che le diverse sfere possano sovrapporsi, come nel caso della “discesa in campo” del presidente Caiata alle prossime elezioni politiche. Certo poteva andare peggio decidendo di “farsi prete” e in quel caso il Potenza sarebbe diventato una squadra parrocchiale… Battute a parte, la notizia è cominciata a circolare nei giorni scorsi, ho sperato prima che fosse una bufala, poi che Caiata rinunciasse a tale opportunità. Sia chiaro, il problema non è la lista, avrei avuto la stessa reazione allergica a qualsiasi altro simbolo partitico: parlo da tifoso, non votante, nemmeno domiciliato a Potenza e che nutre simpatia e gratitudine nei confronti del presidente. Tempi e opportunità della candidatura sono a mio avviso sbagliati. Sui tempi: avrei capito una mossa simile dopo la vittoria del campionato, nessuno gli avrebbe potuto rimproverare nulla. Una promozione in Lega Pro sarebbe stata l’ulteriore conferma delle sue capacità manageriali e imprenditoriali, ammesso che queste servano ad un parlamentare… Al momento, con la squadra prima in classifica, destabilizzare l’ambiente con distrazioni e probabili spaccature della tifoseria potrebbe essere rischioso. Non vedevo tanto entusiasmo e coesione in città intorno al leone da tantissimi anni, inevitabilmente clientelismi e appartenenze politiche creeranno malcontento. Spero di non vedere un calo di presenze al Viviani, la media spettatori di quest’anno fino ad ora fa invidia a piazze ben più blasonate di serie B. Per quanto riguarda l’opportunità: il Potenza Calcio è una realtà che inevitabilmente deve confrontarsi con le istituzioni locali governate da partiti diversi da quello con cui correrà Caiata. Provando ad intuire certe dinamiche sono sicuro che i bastoni fra le ruote da ora in poi saranno tanti…Dalle questioni simboliche, come la presenza del sindaco al fianco della squadra fino a quelle serie e importanti, vedi il problema stadio. Ora molti penseranno che però Caiata è persona capace e può far bene alla nostra terra un parlamentare come lui.
In realtà un deputato o un senatore conta molto molto poco, sicuramente meno di un sindaco…Se proprio doveva fare il Salvatore, di nome e di fatto, della nostra città poteva aspettare le elezioni comunali, ad esempio. Evidentemente non ha voluto perdere questo treno per Roma…Porgo il mio in bocca al lupo al presidente, a differenza della candidatura, una sua elezione non rappresenterà un problema per il Potenza Calcio. Per quanto mi riguarda il 4 marzo sarà semplicemente il giorno di Pomigliano-Potenza… Speriamo bene, che ste trasferte campane sono sempre insidiose.
Salvatore Cosenza. Con una laurea in comunicazione ed un paio di master nel curriculum, vive e lavora nella Capitale da anni ma continua a chiamare “casa” Potenza, dove torna spesso per amore familiare e calcistico. Autore di programmi tv, content e community manager, è stato il responsabile di Yelp a Roma. La sua grande passione è il cibo: scrive per siti come Agrodolce e ViaDeiGourmet e collabora alla redazione di guide gastronomiche e di ristoranti. Lucano anomalo: preferisce la birra al vino, è infatti trai fondatori e docente dell’Unione Degustatori Birre.
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