É possibile, in futuro che nasca un partito che fonda la cultura social democratica del Pd e quella liberale di Forza Italia? Scrivo di questo pensando al dopo e non alla strettissima attualità. Non si tratta, infatti, di fondere percorsi e destini personali dei leader, bensì di immaginare il senso dell’Europa e del Mondo, legando l’Italia al destino di questi equilibri. Che cosa sono, infatti, Macron in Francia o la grande coalizione in Germania lo sappiamo. Sappiamo, altresì, che il superamento dello schema socialismo – popolarismo presuppone nuove strade. Nazionalismi, sovranismi e pauperismi si sovrappongono, anche nell’idea di Salvini e Di Maio di provare a ragionare insieme. Chi non si riconosce in questa linea dovrà scegliere. La sinistra europea è in crisi. Da tempo. Putin e Trump sono forse due facce della stessa medaglia. Cosa sono i democratici americani e i laburisti inglesi? In Italia, non so bene perché, ci si attarda nella possibile edificazione di nuove aree culturali che nel mondo già esistono. Il centro destra che ha scavallato il millennio, il berlusconismo sembrano distanti da una destra sovranista a trazione Lega. Renzi ha provato a convincere la sinistra italiana su questa nuova traiettoria. Ha incontrato resistenze ideologiche e di conservazione sindacale che lo hanno fermato. Ha avuto più simpatizzanti nella pancia di Forza Italia che in quella della Cgil. Ora serve uno scatto da parte dei laburisti e dei liberali italiani. Aprire, finalmente, una discussione. Senza pensare per forza a Renzi e Berlusconi. Anche se il primo ha dalla sua l’età e la capacità di ammettere le sconfitte. Torniamo a pensare all’Europa e al futuro dell’Italia. I nuovi partiti, quelli che verranno, non potranno prescindere dalla nuova divisione del mondo. Scomposizioni e ricomposizioni che non significano per forza riposizionamento di classi dirigenti. Anzi.]]>