“Non si scambiavano commenti. Nel buio della sala giravano voci incontrollate pazzesche. Si diceva che l’Italia stava vincendo per 20-0 e che aveva segnato anche Zoff di testa su calcio d’angolo”. Il contratto di governo tra Lega e Movimento Cinque Stelle è un po’ così, come la partita dell’Italia durante la proiezione della Corazzata Potemkin. Il film e il megadirettore Guidobaldo Maria Riccardelli, in questo caso, sono i critici moderati dell’eurocrazia, quelli del vorrei ma non si può, del “ce lo chiede l’Europa”, del “l’ha detto il Financial Time” (la Bibbia degli scolarizzati economici). Gli impiegati sottomessi della megaditta fantozziana sono gli italiani che hanno dato la maggioranza a due forze antisistema (quasi il 60%) perché vogliono che qualcosa cambi per davvero.
L’Italia è sempre così, come la raccontava Villaggio, divisa tra sfruttati e megadirettori, tra chi ha tutto e conta sul servilismo di chi ha qualcosa da perdere, e chi invece ha solo la speranza.Gli sproloqui sulla bozza di programma (rileggersi il significato di bozza), e ora su quello definitivo, che si è scatenata su giornali, social, tv di Stato, assomigliano molto ai commenti degli impiegati della megaditta. Voci incontrollate. Qualcuno potrebbe ipotizzare che nell’accordo ci sia anche la riammissione dell’Italia ai Mondiali di Russia. L’importante è parlarne (male) e orientare l’opinione pubblica verso un ritorno alle ragioni della mente trascurando quelle della pancia. Già, perché c’è anche chi dice che la politica ci appassiona solo quando parla alla nostra pancia (Il Foglio) ed effettivamente è così, quando si ha fame. Non lo capiva Maria Antonietta che invitava il popolo a mangiare brioche visto che non c’era pane. Non lo capisce oggi chi commenta e vive questa fase politica e sociale dell’Italia comodamente seduto sulla sua poltrona in pelle umana sepolto da selve di piante di ficus e mangiando un hamburger vegano. Non saranno i timori dello spread, della bancarotta a far paura a chi il conto in rosso ce l’ha da anni e non sa più come fare per farlo tornare ad essere quantomeno arancione. Se non si capisce questo malessere non ci sono possibilità di superare questo momento. Bisogna tornare ad essere vicini alla gente, dicono dal Pd. Il problema è che questi nuovi leader della banalità rischiano di trovare la sedia occupata. Specie se si avvalgono di intellettuali organici, scolarizzati e ben socializzati ma fortemente ignoranti perché incapaci di leggere la realtà e di interpretarla. Continuano a portare avanti la retorica del popolo bue che deve scontare la pena. Avete voluto M5S e Lega? Arrangiatevi. Avete votato no alla riforma costituzionale di Renzi? E poco importa se quelle riforme erano state bollate, a ragione, come il frutto maturo di quell’incompetenza che oggi si cerca di far emergere nelle incongruenze di chi ha vinto le elezioni. Insomma, c’è sempre chi è più ignorante di te. E ora che si fa? La sensazione è che si sia perso il senso della politica che si nutre dei bisogni di una comunità (non di singoli individui o di minoranze organizzate), che li traduce in una visione del futuro in cui essa non è subalterna alle altre.
Una politica che non può essere perennemente sospesa tra chi si sente antropologicamente superiore e quindi pensa di avere il diritto divino di governare e chi, al contrario, in quanto inferiore (come Fantozzi) può solo lamentarsi, agitarsi, ma mai ribellarsi.Ecco, questo è il governo eletto dai Fantozzi, dalla gente comune, dall’italiano medio. Per anni ha votato Dc e Pci (non è che quel 30% di consensi arrivavano tutti da intellettuali chic), poi Prodi e Berlusconi. Oggi non sanno più a che santo votarsi. L’Italia è ferma da 20 anni è un Paese vecchio, malato e in declino. Dopo tanta aspirina hanno capito che per guarire serve un viaggio della speranza. Dicono che così si rischia la morte, e forse è vero, ma hanno capito (i megadirettori della politica perbene no) che le vecchie cure non danno certezza di vita e neanche di lunga sopravvivenza. Ecco perché non serve continuare a dire cosa non si deve fare. Bisogna che qualcuno tiri fuori idee alternative ma efficaci (quelle dei Governi Renziloni non hanno dato miglioramenti) rispetto a quelle di Lega e Cinquestelle. Le ricette vecchie non funzionano più. Bisogna farsene una ragione. DALLO STESSO AUTORE QUANTO CI MANCA LA POLITICA DELLA PRIMA REPUBBLICA]]>