[https://www.neosvoc.com/]) è la ricerca con cui un gruppo di ricercatori e professionisti indipendenti ha indagato pensieri e sentimenti degli italiani durante il lockdown. Nella prima parte [Link] abbiamo cercato di capire come mai gli abitanti delle regioni meno colpite dal virus siano più spaventati di chi abita al nord. E, come vedremo adesso, sono coloro che stanno patendo di più questa quarantena. Ma la Basilicata questa volta ci ha sorpreso.
Questa volta abbiamo chiesto agli italiani: “Come state?”. Ci hanno risposto con un voto da 1 a 10. La media è 6, ma in questa sufficienza ci sono tante sfumature.

La prima è ancora la distribuzione geografica: i più tranquilli sono i nostri concittadini del Centro (che attribuiscono al loro umore, in media, 6,3), segue il Nord Est (6,1), poi il Nord Ovest (6) e infine Sud e Isole, il cui voto medio è 5,8 – in Basilicata 5,2. Il territorio meno colpito dal virus è anche il più preoccupato, dicevamo, e l’umore va di conseguenza.


Chi lavora fuori casa ha un umore peggiore di chi lavora da casa: più esposte ai rischi, queste persone vivono l’ansia di essere contagiate e di contagiare a loro volta. Anche il fatto di essere donna o uomo modifica lo stato d’animo. Per le donne è più difficile: il 37,2% di loro attribuisce un punteggio del tutto insufficiente; la stessa percentuale si riduce al 31,5% tra gli uomini. La quarantena porta con sé maggiori responsabilità nella gestione della casa e dei figli: i presupposti per una nuova questione di genere, esacerbata dalla chiusura delle scuole, giacché è lecito immaginare chi pagherà il prezzo più alto.
Infine, c’è la differenza tra chi vive la sua quarantena da solo e chi la vive in famiglia. Tutti fanno un percorso cha va dall’incredulità all’accettazione, all’organizzazione, alla consapevolezza. Ma se chi vive solo attraversa queste fasi come un percorso di autoanalisi e (ri)costruzione del Sé, chi vive in famiglia – soprattutto le madri – è totalmente spostato sugli altri – i figli.


Ma se andiamo a leggere nel dettaglio quali sono i sentimenti che provano i lucani in questo particolare momento, il quadro che emerge è una descrizione del loro carattere che ha radici antiche. Alla domanda: “Quali di questi sentimenti descrivono meglio il suo stato d’animo?” le risposte del campione lucano mostrano diversi scostamenti dalla media nazionale. Hanno paura (+24,2 sulla media), sono tristi (+20,5) e malinconici (+14,5). Annichiliti? Neanche per idea. Nonostante il senso di vuoto (+12,9%) e l’instabilità emotiva che dichiarano, le persone della Basilicata non si sentono in attesa (-18,2), né hanno accettato la situazione. Meno apatici dei connazionali, provano più rabbia (+9%) e più degli altri sono mossi da speranza (+14,1%) e solidarietà (+5,8%). Un affresco su questo popolo spaventato ma non annullato, nel quale è impossibile non ritrovare le tracce di chi, nel tempo, lo ha descritto come fiero, orgoglioso, mai soddisfatto di quello che ha realizzato. C’è la nostra storia in questo ritratto, ed è impossibile non commuoversi quando la si ritrova perfino nei numeri di un foglio excel.

L’analisi completa e l’infografica che la illustra si trovano qui: [link]
Nella prossima analisi si parlerà di clima familiare e rapporti sociali. Che cosa ci riservano il dentro e il fuori casa?
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