Con “Voci dalla quarantena. La vita degli italiani durante il Coronavirus” abbiamo cercato di capire che cosa sta succedendo agli italiani durante il lockdown. Questa è la terza analisi, dedicata al clima familiare e ai rapporti sociali.
Nelle due scorse analisi ci siamo concentrati sul singolo, sulla persona e i suoi stati d’animo (scoprendo, per esempio, che i lucani sono un po’ speciali). Ora cambiamo prospettiva e vediamo invece cosa succede dentro le case, considerando non più l’individuo ma la sua vita di relazione.
Iniziamo col dire che nessuno degli intervistati ha dato in escandescenze, né vivendo da solo né in famiglia. È già un buon segnale, si direbbe. Ma non basta: in generale, dopo un primo momento di disorientamento, a casa si sta bene. Basta organizzarsi – e avere un buon carattere, o, in alternativa, farselo venire.

Fig. 1
Domanda: “In generale, in questo periodo, che voto darebbe al clima nelle pareti domestiche, su una scala da 1 a 10?” N. rispondenti = 1.195
È pur vero che non è uguale per tutti. Non tutte le famiglie sono felici allo stesso modo: i più giovani sono più riottosi dei più maturi, se si è in troppi in casa non va così bene, se economicamente non ci si può definire sereni, il clima ne risente. Vi ricordate, qualche settimana fa, un video che girava nel quale Totò recitava una Livella riveduta e corretta a tema pandemia? Beh, ci dispiace molto per il nostro amato principe, ma siamo davvero lontani da questo effetto. Anzi.

Fig.2
Condizioni economiche percepite
Diverso è il discorso che per chi sta vivendo da solo questo periodo. I voti dei solitari sono meno entusiastici, poco più di 7 contro l’8 abbondante delle “famiglie felici”.
Per tutti vale il fatto che, per sopravvivere alla quarantena, servono tre cose: darsi delle regole, continuare ad avere una vita sociale e curare la qualità delle relazioni.
Per chi vive solo le regole riguardano il “non lasciarsi andare”: dare alle proprie giornate un ritmo, fare le stesse cose che si farebbero se si uscisse di casa, continuare a vedere gli amici e la famiglia. È proprio vedere, non sentire, giacché sembra che il lockdown abbia portato tutti ad adottare modi di comunicazione che implicano anche il video. Non serve arrivare al videoaperitivo tutte le sere, basta che quando ci si mette in comunicazione con qualcuno lo si faccia potendone guardare la faccia, le espressioni, il sorriso.
Per chi vive in famiglia la cosa è un po’ più complicata. Le regole servono per dividersi i compiti relativi alla gestione della casa, principalmente. Essendo tutti fisicamente nello stesso spazio, per la prima volta il fatto di andare al lavoro non inficia la possibilità di passare l’aspirapolvere, fare da mangiare, essere presenti, tutti, a pranzo e cena. Fondamentalmente la regola è una: quarantena o non quarantena, la famiglia deve funzionare. Il che implica anche un notevole autocontrollo, poiché i figli presenti in casa non devono percepire troppa negatività né dai genitori, né dall’informazione proveniente dai canali istituzionali.
Infine, sempre relativamente ai figli, si dichiara un notevole abbassamento delle aspettative e delle richieste circa la scuola, che si tramuta in una maggiore libertà di giocare, di andare a letto tardi e, perché no, di annoiarsi.
La prossima analisi riguarderà lo smartworking, la grande scoperta del Coronavirus.
L’analisi completa dell’infografica è disponibile qui [link: https://www.neosvoc.com/blog/gli-effetti-della-pandemia-sul-clima-domestico-e-familiare]
]]>