Se abbiamo notato le nostre bacheche di Facebook invase da chef e panificatori non è un caso: la prima abitudine a subire cambiamenti importanti è proprio l’alimentazione. In tanti dichiarano di mangiare più di prima (37.1%), ma soprattutto cucinano più di prima (54,4%). Preparare da mangiare è diventato un modo per coccolarsi, visto che il 27,9% degli intervistati sta più attento a quello che mangia, ma anche un’occasione di condivisione con gli altri membri della famiglia, per chi vive la quarantena in famiglia. Non solo: troviamo un 37,1% che sta più attento agli sprechi o che cucina per più pasti, mentre il 21,6% degli intervistati consuma meno cibi pronti.

Fig. 1 – Domanda: Rispetto ai cambiamenti nell’alimentazione, in quali dei seguenti aspetti si rispecchia di più? N. Rispondenti: 1195
E la spesa? Strettamente connessa con l’universo dell’alimentazione, la spesa è diventata più difficile, sia che si faccia nel supermercato, sia che si faccia online. Perché in un caso prevede una vestizione specifica (mascherina e guanti), la coda all’ingresso, ritmi serrati all’interno del punto vendita; nell’altro vede persone non abituate alla spesa a domicilio inaugurare questa modalità proprio quando è meno ottimizzata (siti sovraccarichi e slot di consegna risicati, modalità alternative, come Whatsapp, piuttosto complicate). In tutti i casi, un’esperienza che non si può definire piacevole.
Se passiamo ad esaminare il sonno, ecco che emergono i primi segni di disagio: oltre a coloro che vanno a letto più tardi (53,3%) e che si svegliano più tardi (44,5%), c’è una schiera di persone (42,7%) che dichiarano di svegliarsi spesso durante la notte. Si tratta per lo più di chi continua a recarsi sul posto di lavoro, ed è quindi sottoposto a uno stress maggiore dovuto all’ansia di passare tempo fuori casa.

Fig. 2 – Domanda: In particolare, lei… (Rispondenti: quanti hanno dichiarato di aver cambiato le abitudini nell’ambito del ritmo sonno-veglia. N = 797)
L’esercizio fisico viene in aiuto sia rispetto all’alimentazione che rispetto al sonno: nel primo caso perché aiuta a bruciare gli eccessi, nel secondo perché stanca e rende più facile addormentarsi.
C’è poi tutta una serie di attività scoperte per la prima volta in questo periodo di sosta forzata: il giardinaggio, le mostre/concerti online, i webinar. Attività da tempo libero? Neanche per sogno. Sono attività che servono a riempire un tempo “recuperato” (dagli spostamenti, dalla socialità fuori casa).
Cosa accomuna tutti questi cambiamenti? Un’esigenza: quella di dover “far funzionare” (la vita da soli, la famiglia, la casa). Nessuno dei comportamenti osservati ha un risvolto di puro piacere, è tutto orientato a non perdersi. Viene da domandarsi che cosa succederà quando questa popolazione così compressa potrà davvero rilassarsi.
La versione completa di questa analisi si trova qui: https://www.neosvoc.com/blog/5-i-cambiamenti-delle-abitudini-durante-il-lockdown-non-lo-fo-per-piacer-mio
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