Siamo tornati, come dite? Che fine abbiamo fatto?

Il Covid ci ha messo a dura prova, mesi e mesi di Diario di una pandemia hanno rappresentato un esperimento interessantissimo con tante voci da mezza Italia che hanno raccontato storie, sensazioni, sentimenti, ma anche estremamente faticoso e impegnativo.
Abbiamo seguito tutti insieme l’evoluzione dei nostri stati d’animo per molti mesi e quando la morsa si è allentata anche noi abbiamo avuto la necessità di prenderci una pausa.
La comunità di Totem è così, facciamo le cose perché ci piace e quando sentiamo che è arrivato il momento di raccontare, l’estate ormai è arrivata, l’Italia è bianca, c’è aria di ripartenza vera.
Diciamo la verità, non potevano lasciare ancora orfani i molti che ci guardano in cerca di ispirazione, e quindi si riparte, abbiamo dato una spazzata alla polvere del sito, qualche nuovo amico si è aggiunto alla partita e siamo pronti.
VI abbiamo lasciati ancora chiusi, assediati da zone rosse e arancioni e vi ritroviamo bianchi, liberi, quasi affrancati dalle mascherine e, almeno in parte, vaccinati.
Dopo un momento così duro ci si sarebbe potuti aspettare un rifiorire di azioni ma ahimè la solfa lucana (e non solo) è sempre la stessa.
Gli argomenti top nella terra dei lucani dell’ultima settimana si sono suddivisi inizialmente tra global e local, la parata di potenti nella Città di Matera ha discusso di fame e di terzo mondo, nel frattempo, ancora non si è deliberato di rifornire gratuitamente di vaccini i paesi più poveri.
La rivincita local è stata rappresentata dalla panza pelosa di un simpatico professore di Matera che, uscito sul suo balconcino con affaccio sui Sassi, si è ritrovato a diventare involontario protagonista di una tempesta social che ha virulentemente dibattuto se il suo gesto fosse il consapevole gesto di un autentico iconoclasta della comunicazione o la manifestazione sciatta di una scarsa dimestichezza con gli eventi importanti.
La riflessione del simpatico professore che, giustamente, ex-post si interroga e ci interroga, sulle criticità della comunicazione social alla fine è stato l’unico sussulto degno tra le valanghe di banalità che gli immancabili opposti schieramenti si sono riversati via social.
Mentre a Matera i grandi si interrogavano sulle soluzioni per un mondo affamato, in via Verrastro, a Potenza, molto più prosaicamente si dibatteva (e si dibatte ancora) su come risolvere e comporre ben altri appetiti, quelli delle fazioni vincenti rispetto agli incarichi negli enti sub-regionali.
Diplomazie politiche, ma anche personali, si muovono tra gli schieramenti nella lotta alla conquista di un posto in Acquedotto Lucano e negli enti di gestione delle aree industriali ma anche perché no di Garante dei diritti della Persona.
Direi che è abbastanza evidente l’incapacità politica delle forze di maggioranza di guidare il Generalissimo Bardi che segue una sua propria personale strategia politica infischiandosene altamente dei mal di pancia di compagni di partito e alleati in questa legislatura caratterizzata come non mai da poca politica e tanto personalismo.
A Maratea è in corso una singolare vicenda che dimostra come sia facile trasformarsi da tempio in scempio, gli interventi di “sistemazione” fatti nell’area prospiciente un noto albergo, sono diventati emblematici del disastro ambientale. Lasciamo da parte i giudizi la riflessione centrale a me pare sia: ma possibile che ci si accorga delle cose solo dopo che sono state eseguite? E i progetti? E i controlli?
L’ultima della settimana è quella dei guerrieri dello zucchero.
Pare, almeno a quanto riporta il giornale “Cronache lucane” che in quei di Melfi si stiano addestrando i legionari del futuro, addirittura sotto l’egida della benemerita Arma dei Carabinieri giovani extracomunitari (sembrerebbe nigeriani) con la scusa del softair vengono addestrati dai militari dell’arma.
Anche questa notizia, in un paese normale avrebbe avuto un eco rilevantissima, viceversa la circostanza senza precedenti che l’Arma dei Carabinieri possa essere coinvolta in attività di addestramento paramilitari (e anche evidentemente abusive) sul territorio nazionale pare trattata con la leggerezza di un fatto di costume.
Confesso che mi pare una notizia abbastanza surreale e non sarei meravigliato se si scoprisse fosse priva di fondamento, ma che proprio per la sua particolarità richiederebbe di essere analizzata e confutata con chiarezza e con forza. Mi meraviglia moltissimo che l’Arma non sia intervenuta non solo per diradare e fugare ogni ombra di dubbio ma anche per tutelare il proprio buon nome di custode dei valori costituzionali (addestrare milizie non mi pare del tutto in linea), mi meraviglia moltissimo che la politica non abbia battuto un colpo.
Ma tant’è anche i campi paramilitari in estate fanno meno impressione, dopo tutto siamo il paese de “Du gust è megl’ che uane”, che dire? Un cuore di panna anche a voi.