Di Carl Larsson - Bukowskis, Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=26016098

Lo strano caso di Cappuccetto Rosso in Turchia

Qualche settimana fa, quando finalmente ci hanno lasciati uscire dopo la fine dei Bayram (festa conclusiva dopo il mese di digiuno), siamo rimasti senza elettricità per un paio di giorni (percepiti due decenni). Dopo il gioco della catena di parole che iniziano con l’ultima sillaba della parola precedente, ci siamo raccontati le favole. Una a testa. Qualcuna inventata, qualcuna vecchia come il mondo. Il più pigro di tutti si è giocato la carta di Cappuccetto Rosso.

«”Che bocca grande che hai nonna!”, “È per mangiarti meglio!” – disse il lupo e ne fece un sol boccone».

«E poi?»

«E poi basta, è finita».

«Come! E il cacciatore?»

«Quale cacciatore?»

Inutile dire che la vicenda del finale “turco” di Cappuccetto Rosso ha rinfocolato la discussione sulla morale di una storia piena di metafore e parallelismi con l’attualità nella quale, questa volta, il lupo mangia la bambina e nessun cacciatore viene a salvarla.

Da persone annoiate e rinchiuse in casa ogni fine settima per mesi cosa aspettarsi se non un’indagine giocosa condotta su WhatsApp su Come finisce la versione di Cappuccetto Rosso che ti raccontavano da piccolo/a?

Dato un campione di ventidue turchi di età compresa tra i 25 e i 40 anni e di estrazione sociale differente, otto (quindi il 36% del totale) ha affermato che la storia che gli veniva raccontata da piccoli si concludeva con la morte di Cappuccetto Rosso, pace all’anima sua.

Nelle diverse versioni della favola (inclusi i cartoni animati che ho trovato su Youtube) il cacciatore non solo salva le due povere sventurate (nonna e nipote) ma fa inutilmente scempio del lupo. In uno di questi adattamenti addirittura il lupo esplode! In un’altra (quella più antica) dopo avergli aperto la pancia per far uscire la nonna e la bambina, il cacciatore gliela richiude riempiendola di pietre. C’è da riflettere. I miei studenti seienni a cui tuttavia la favola di Cappuccetto Rosso ho dovuto propinarla l’inverno scorso per motivi di forza maggiore (è un classico, la conoscono già in turco, c’è materiale audio visivo già pronto eccetera) mi avevano già chiesto:

Ma maestra perché il lupo è cattivo? Ha solo fame! (Quesito che non ricordo di essermi mai posta da bambina).

E altri ancora: Ma ormai le ha mangiate, anche se il cacciatore spara al lupo ormai non c’è più niente da fare, Cappuccetto Rosso e la nonna sono a pezzi nella sua pancia! Con un certo biasimo nei toni e un’occhiata trasversale tra una fila di banchi e l’altra (la maestra è una credulona!). Senza contare che l’espressione in un sol boccone è grottesca, i bambini ci ridono in faccia, che storia stupida!

Si potrebbe discutere sul fatto che la malvagità del lupo sia racchiusa nel suo essere ingannatore nel confondere le idee di Cappuccetto Rosso (perché non la divora nel bosco?).

Su entrambe le versioni della storia (quindi a prescindere dalla presenza del cacciatore) una parte delle persone con cui ho parlato, ahinoi, pensa che se Mariolina (secondo mio padre nome di battesimo di Cappuccetto Rosso) non avesse lasciato la strada maestra non avrebbe mai incontrato il lupo (per cui poverina certo, andava solo dalla nonna malata non in discoteca, ma insomma un po’ se l’è cercata).

Tuttavia, dal momento che per quanto piccolo, un dato è sempre un dato, voglio dare voce a un’altra piccola percentuale di questo gruppo di intervistati-tediati-dalla-pandemia e stalkerati su WhatsApp senza pietà dopo le otto di sera. Secondo questi ultimi pareri la morale della storia nella quale non esiste il cacciatore è più crudele ma anche più realistica perché in una società ridotta allo stato di natura, quando succede una disgrazia a una bambina (o a un bambino) è colpa di tutti e non c’è redenzione. Se dunque il cacciatore deve rappresentare il lieto fine di una storia nella quale è solo l’individuo armato (il guardiano, il militare) a sentirsi in dovere di fermare il lupo allora questo non è un lieto fine – dicono – è un fallimento.

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