Un manifesto molto bello. Della Pirelli. Realizzato per promuovere la suola “Coria”. Il bozzetto è del 1953 e fa parte dello straordinario Archivio Storico della Fondazione Pirelli, che da anni lavora per consentire la fruizione del proprio patrimonio, sia attraverso la piattaforma digitale, sia con visite ed eventi in presenza.
Leonardo Sinisgalli fondò la rivista «Pirelli» e la guidò come direttore, per 5 anni, dal 1948 al 1952. Infuse il suo spirito sperimentale e contaminò con il suo enciclopedismo la comunicazione aziendale, di cui era il responsabile. Non solo, Sinisgalli scrisse delle prose memorabili sulla gomma, sugli pneumatici e sui bassorilievi, inventando slogan, organizzando fiere e stimolando dibattiti.
Il bozzetto che vedete è di Bruno Munari, un genio, tra i massimi designer italiani, e credo sia ancora esposto al «Moma» di New York.
La data del bozzetto è successiva all’uscita di Sinisgalli dall’azienda, per passare alla Finmeccanica. Ma è probabile che la comunicazione legata a questo nuovo prodotto sia stata concepita nel suo periodo, anche per i forti rapporti personali con Munari.
Le orme del manifesto ricordano molto il “Camminate Pirelli” del 1948-49, che ebbe un successo mondiale.
Il labirinto calpestato evoca suggestioni mitologiche e propone l’idea di una sfida umana e tecnologica rispetto ad una concezione chiusa e statica. I tre colori del manifesto, arancio, rosso e nero su fondo bianco, creano un armonico contrasto fra la geometria delle linee e l’impronta curvilinea dell’uomo che avanza, scavalcando i muri della tradizione. I cinque slogan sono anch’essi disposti in orizzontale e in verticale, (Sinisgalli aveva il pallino delle ascisse e delle ordinate) per disorientare, ma anche per irretire magneticamente gli occhi dell’osservatore.
Uno di essi, strategicamente collocato, racconta una visione da boom economico: “Cammina col progresso”; gli altri sono tecnici: “impermeabile”, “dura due volte e mezza di più”, “igienica”, “flessibile”
Il marchio “Coria” fu registrato prima del 1953.
A tal proposito mi concedo un’ipotesi, una licenza che sconfina nell’irriverenza. Una piccola follia.
Da meridionale ho subito pensato che il termine “Coria”, in Basilicata, terra di nascita del poeta-ingegnere, indica la cotica del maiale. Ed esistono ancora oggi espressioni del tipo “è na coria” per dire che è cosa dura, resistente, tenace.
Non credo, ma sono pronto ad accogliere smentita, esista un termine equivalente nel dialetto lombardo (Munari era milanesissimo). Certo qualcuno mi ricorderà che il termine corium in latino significa “cuoio” ed è perfettamente coerente con la finalità pubblicitaria di un’azienda come la «Pirelli» che intendeva lanciare sul mercato una suola ibrida, fatta di cuoio e gomma, che fosse particolarmente resistente.
L’idea, come si diceva un po’ folle, è che dietro quel brand della Pirelli, ci sia un’idea “indigena” di Leonardo Sinisgalli: fondere un lemma dialettale della propria terra, di Montemurro, con l’originario significato latino. Chissà!
In fondo in un’altra splendida pubblicità, del 1951, per celebrare la tenuta di strada dello pneumatico «Stelvio», aveva utilizzato, 60 anni prima del «Mulino Bianco» e di Rosita (la gallina di Antonio Banderas), un bellissimo e fiero gallo lucano.