Serendipità

Termine non comune per dire che spesso quando cerchi qualcosa, trovi altro.

Mentre mi inoltravo in una storia di gomma, per una pubblicazione, mi sono imbattuto in una pubblicità, scovata casualmente dalla Pirelli nel proprio Archivio storico 10 anni fa. Il manifesto, rarissimo, fu utilizzato, nel 2011, per una mostra alla Triennale di Milano dal titolo “L’anima di gomma. Estetica e tecnica al passo con la moda”.

L’immagine fu scattata nel 1949 dal fotografo californiano André De Dienes e ritrae una fotomodella bionda e sorridente, còlta mentre si gira, ombrello da sole al braccio, con uno sguardo di complicità e con una leggera torsione del busto, verso la macchina fotografica. Un chiaro invito ad andare in spiaggia.

La foto servì alla Pirelli-Revere (società italo-americana), nel 1952, per pubblicizzare il costume da bagno realizzato con il filo elastico gommato, Lastex, “il filato delle meraviglie”, ottenuto filando fibre di caucciù, di quell’“albero che piange”, che i Maya conoscevano già nel 500 a.C.

Il Lastex, adoperato nella produzione di busti e costumi da bagno, aderenti, pratici, confortevoli, esaltava le linee femminili. Andando a sostituire rasatello e popeline.

Il bikini era stato inventato nel 1946, dallo stilista svizzero Louis Réards, ma il tabù di indossare uno slip che mostrasse l’ombelico era ancora così radicato che il suo uso di fatto era bandito nei luoghi pubblici per oltraggio al comune senso del pudore.

La versione della Pirelli, invece, era destinata alla bagnante comune, in un periodo in cui si avvertiva la necessità di dimenticare la guerra e di riscoprire la gioia di ricominciare, attraverso il tempo libero.

Grazie anche alla Pirelli, il boom economico, oltre a celebrare la Vespa e la Cinquecento, esaltò le gite al mare con una “ferramenta” di gomma, fatta, non solo di costumi elastici, ma anche di maschere, pinne, autorespiratori, mute, cuffie, giocattoli gonfiabili, materassini, canotti e battelli pneumatici.

Ah, la giovane fotomodella si chiamava Norma Jeane e aveva partecipato, come attrice, ma con ruoli minori, a diversi film. La sua consacrazione nell’Olimpo hollywoodiano arriverà solo nel 1953, con Niagara, il film diretto da Henry Hathaway.

Nel frattempo, aveva adottato un nome d’arte: Marilyn Monroe.

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