Questa settimana il Governatore Bardi ha finalmente svelato il piano strategico regionale in verità nulla di particolarmente innovativo ormai sono anni che la politica nazionale e locale si accontenta di riproporre minestre scaldate.
La cosa che colpisce è il metodo senza alcun confronto con le parti sociali e datoriali, confronto che solo dopo che è stato richiesto a gran voce è stato concesso.
Per me un piano strategico non può che partire dalla profonda conoscenza del territorio, dei suoi limiti e delle sue potenzialità, e non può dunque prescindere da un confronto accurato preventivo, per poter acquisire tutti gli elementi e tutte le opportunità e non sembra che la proposta venga da questa istruttoria.
La seconda complessità, quella più importante, è che in un sistema ormai logoro, dove in questi anni sono prevalsi i particolarismi e le distrazioni, sembra difficile garantire la governance di quello che si è elaborato.
In sintesi se una proposta viene confezionata così calata dall’alto, sebbene possa contenere anche proposte valide, se non viene condivisa e percepita come opportunità reale da parte della rete pubblica e privata che dovrà realizzarla, ci saranno seri problemi di fattibilità.
In fondo scrivere un bel piano è piuttosto semplice il difficile è realizzarlo, e sulla parte difficile che nutro perplessità vista la precarietà che la politica in generale, quella di governo e quella di opposizione, ha mostrato in questa metà consiliatura.
Lo spopolamento, al centro delle considerazioni del piano strategico, non dipende certo da questo Governo Regionale è un problema antico che risiede nella peggior qualità della vita, nell’assenza di meritocrazia ed opportunità per i giovani, nella precarietà del welfare, nell’assenza di politiche per la famiglia, nella cronica mancanza di infrastrutture, nella precarietà dei servizi, nell’incuria del territorio, nella passività con cui si consente di sfruttare questa terra tollerando i danni collaterali sull’ambiente e sulle persone.
Oggi ci vogliono soluzioni forti che restituiscano dignità a questa terra ed ai suoi cittadini.
Caduti ormai ampiamente gli alibi e le giustificazioni dei ritardi attendiamo ancora pazientemente che oltre le dichiarazioni roboanti si realizzi sul serio qualcosa di positivo per la nostra Basilicata.