I temi politici della settimana 20/12/2021

Questa settimana l’evento di rilievo è l’inaugurazione del primo anno accademico della facoltà di medicina.

Evento storico si sono affrettati tutti a dire intestandosi la paternità del successo.

Certamente di evento storico si tratta tardivo ma senza dubbio storico.

Venti anni fa quando la facoltà veniva invocata da operatori e politici sarebbe stato diverso allora la Regione poteva vantare servizi sanitari di eccellenza e anche la percezione del sistema sanitario regionale era decisamente migliore.

In quel contesto con il dinamismo e la qualità che caratterizzava le principali strutture regionali la facoltà di medicina avrebbe consolidato quei risultati ed avrebbe migliorato ulteriormente i servizi ospedalieri e territoriali.

Oggi purtroppo il contesto non è più quello.

Scelte sbagliate di politica sanitaria, manager premiati per l’obbedienza al politico di turno non certo per qualità manageriali, insieme ad una categoria quella medica che si è adagiata su questo sistema miope incapace di restituire alla collettività servizi sanitari adeguati hanno ridotto un sistema sanitario di buona qualità nella palude che attraversiamo tutti i giorni provando ad adempiere nonostante tutto ai nostri doveri.

I presupposti perché si crei quella corretta contaminazione tra qualità esistenti e le esperienze universitarie oggi non ci sono.

Non si può pensare che la facoltà di medicina senz’altro utile sia la panacea di tutti i mali del sistema sanitario.

Resta indispensabile stravolgere lo stallo e l’approssimazione di questi anni con un progetto chiaro e trasparente che oggi non compare nemmeno nei radar della discussione politica.

Per quanto riguarda le scelte di politica sanitaria nazionale che continua a glissare rispetto al tema della grave carenza di figure mediche la facoltà in Basilicata è una goccia nel mare l’unica speranza e consentire il libero accesso alla facoltà di medicina senza alcuna selezione per rimpolpare rapidamente le fila delle figure mediche mancanti e consentire come accade in tutta Europa la formazione specialistica sul campo senza dipendere esclusivamente dal sistema universitario.

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