Ho prenotato un altro giro

Mentre scrivo è l’ultimo pomeriggio dell’anno. Il sole tramonterà a breve e dietro le finestre delle case sta per accendersi il fermento del cenone. Non si può parlare d’altro se non di consuntivi e di progetti, in questo giorno. A posteriori sembra ogni volta che siano trascorsi in un attimo, i trecentosessantacinque giorni che la Terra impiega a fare una rivoluzione intorno alla sua stella. Per restituire un po’ di corpo al tempo occorre mettere a fuoco su quello che si è fatto di importante. Per quanto mi riguarda, durante la prima parte del 2021, strappando ogni notte  ore al sonno, per cinque mesi di seguito, domeniche comprese, sono riuscito a terminare e a pubblicare un romanzo, quello che, almeno per il momento, ritengo essere il più importante della mia vita, perché ci sono dentro fino all’osso. Bisogna essere sinceri con se stessi: penso che sia stato un fallimento, almeno per quanto riguarda l’editore (anche se non me lo ha detto), perché ha venduto pochissimo. Se non fosse per le copie da regalare che ho comprato io… La cosa non mi meraviglia. Non è un libro facile, di quelli che il mercato richiede di questi tempi. È stata l’ultima lezione. Per il prossimo futuro prevedo di “buttare” tutti i miei lavori sulla piattaforma di Amazon e lasciarli lì, come fossero in un limbo. Nella seconda parte dell’anno, invece, ho stretto nuove amicizie, una delle quali molto interessante, destinata a durare e a interagire costruttivamente con il mio divenire. Mi sono accadute anche cose meno belle, come sempre capita. Ad esempio si crede erroneamente che il passato sia immutabile, invece non è così. Può d’un tratto cambiare pure quello, provocando tempeste nel presente. Tuttavia, considerando anche la situazione genereale – mi riferisco  alla pandemia e alle nuove regole che essa ha imposto – il mio bilancio personale lo ritengo fin troppo positivo. Tanta gioia me l’hanno data, giorno dopo giorno, le mie figlie, senza che neanche accorgersene. Mi è bastato guardarle.

Un altro dettaglio importante: nelle settimane a cavallo fra un anno e l’altro cerco sempre di leggere qualcosa di stimolante, che lasci il segno. Questa volta ho scelto due volumi. Uno è l’ultimo  libro di Carlo Rovelli, che è una densa sintesi di Relatività Generale e Cosmologia,  piena di matematica e filosofia, capace di colonizzarti la mente per mesi. L’altro è un vecchio saggio che avevo acquistato e letto all’inizio del 2011: si intitola “La formula matematica della felicità” del “felicissimo prof. Paolo Gallina”: lui la pensa esattamente come me, sul tema, ed espone le sue idea in maniera (auto)ironica e divertente, senza tuttavia perdere in profondità.

E vengo ai progetti per il 2022. Innanzitutto c’è un saggio “a sei mani” che scriverò con due dei miei migliori amici (la proposta è partita il mese scorso da uno di loro). In realtà non si tratta proprio di un saggio, ma di un qualcosa a metà strada fra la saggistica e la narrazione. Il nostro scopo è quello di (ri)fondere le “due culture”. Ci siamo imposti di concludere entro il prossimo dicembre e di pubblicare con un piccolo editore che ci sta simpatico. Lo stesso della “Musa”. Non posso dire altro. Poi c’è un mio lavoro personale, che non è quello che avevo in mente già da oltre un anno. L’idea mi è balenata in una frazione di secondo mentre, lo scorso agosto, di buon ora,  uscivo in macchina da Torino. Stavo fissando la paletta rossa di un operaio stradale, il quale ci aveva bloccati per qualche minuto in prossimità di una deviazione, quando… Mi capitano spesso, tali folgorazioni.  Anche su questa cosa non anticipo nulla. Infine, mi sono lasciato coinvolgere da altri amici (intellettuali in pensione) in un progetto che prevede la pubblicazione di Quaderni semestrali su temi vari di carattere filosofico. Non so dove andrò a scavare il tempo, ma lo troverò. Non è finita qui. Avevo bisogno di qualcosa di diverso, di impensabile, che mi desse brividi, e così mi sono comprato una moto: è un enduro stradale di piccola cilindrata e pochi cavalli, ma dall’aspetto aggressivo e sufficiente a soddisfare un mio desiderio di lunga data. La ritirerò a marzo. È bianca come la luna.

Quando questo numero della rubrica verrà pubblicato, ci ritroveremo tutti nel secondo giorno del 2022 (il numero mi piace perché contiene tre volte il “2”), in un’atmosfera un po’ triste. Ho  prenotato un altro giro intorno al sole e abbozzato il percorso. So finanche quale sarà il primo libro che leggerò quest’anno. È di un autore francese (uno dei pochi contemporanei che riescono a elettrizzarmi) e sarà in edicola il 7 gennaio. Ho sempre il bisogno di iniziare con un romanzo, a gennaio, e sono certo che “Annientare”, di Michel Houllebecq sarà quello giusto.

La felicità non ha sostanza e non la si può trattenere. Va cercata, riconosciuta e ascoltata, ma anche generata e inseguita. La felicità è un’onda.

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