IL CALZINO DELL’OSPITE

Quando si va ospiti a casa di qualcuno ci si toglie le scarpe prima di entrare per questo più di ogni altra cosa l’igiene dei piedi è molto gradita e lo stile dei calzini un vezzo di grandi e bambini. Ce n’è per tutti i gusti e valutare quali indossare in base a dove e con chi ci si ritroverà scalzi è una cosa all’ordine del giorno. Anche i tecnici degli elettrodomestici e della caldaia e qualsiasi altro professionista (elettricista, idraulico, falegname) si scalza di casa in casa, ecco perché in Turchia capita spesso di notare quanto siano sformati, schiacciati e malandati i talloni delle scarpe.

A chi viene a trovarci dall’Italia suggerisco sempre di indossare scarpe senza lacci e facili da indossare ma molti si presentano in Doctor Martens e poi passano le pene dell’inferno. Per un occidentale togliere le scarpe e conversare a piedi scoperti non è una cosa semplice, gli abiti non cadono bene, i pantaloni si piegano o si afflosciano e l’intero outfit perde di carisma. Se si è invitati ad un matrimonio o a una festa importante qualcuno (soprattutto donne) porta con sé delle scarpe di ricambio ad uso solo interno, altre delle ciabatte alla moda contenute in fantastiche pochette da borsa, mentre la maggior parte della gente si accontenta di un paio di pantofole di fortuna, fornite dai padroni di casa, dal numero sempre un po’ abbondante. Ho visto ragazze in abiti di chiffon con i piedi in ciabatte maschili numero 44: anche questo è un aspetto della cultura di un paese. Fastidioso l’accesso al bagno dove si cambiano di nuovo le ciabatte e a volte le si trovano bagnate infradiciandosi così i calzini o peggio i collant. Soprattutto nei bagni alla turca, che sopravvivono come unico servizio ancora in diverse case del Paese, le ciabatte rischiano di bagnarsi con l’acqua contenuta nel secchiello con cui si scarica manualmente l’acqua. Di solito la stanza è molto pulita ma i piedi bagnati sono un imprevisto (anzi sarebbe meglio dire un previsto) che dà molta noia.

Un’altra regola non scritta è che quando si è ospiti in casa di qualcuno non ci si presenta mai a mani vuote. Tuttavia la classica bottiglia di vino è ormai una rarità perché i prezzi sono esorbitanti e poi il vino non accompagna la cena come in Italia a meno che non si è tra gente particolarmente benestante e che vive volentieri all’occidentale. Maggiormente gradita è una bella scatola di baklava, una pianta o, se si è in confidenza, un dolce o dei biscotti preparati in casa per accompagnare il çay serale. I piatti preferiti per celebrare un ospite sono la zuppa di lenticchie (mercimek çorbası) la fagiolata (kuru fasulye) con il riso bianco (pilav) e il pollo al vapore (tavuk). Questo menu è anche il preferito della Vigilia di Capodanno. Il 31 dicembre la cena è fissata per le sette e poi dalle nove in poi l’attesa è allietata da un bicchiere di Rakı con accompagnamento di salatini, formaggi e olive. Il çay non manca mai e una o due partite a Tombala (versione turca della tombola) alleggeriscono la saccoccia di alcuni per gonfiare quella di altri. Il conto alla rovescia per la mezzanotte è anche quello per lo spettacolo pirotecnico in programma al ponte sul Bosforo per chi abita abbastanza vicino da goderselo dal vivo altrimenti ci si accontenta della diretta Tv. Qui il link https://www.youtube.com/watch?v=GVlw19mxKvk
Agli ospiti poi è buona educazione offrire il pernottamento ecco perché nelle case turche abbondano coperte, biancheria e divani letto a discapito di un mobilio più ricercato e ingombrante.

Vi lascio con una poesia di Sunay Akın e vi auguro buon 2022

[…]

Sappi che                                                                 

Non ho dato al rigattiere

Le mie scarpe scalcagnate;

come potrei separarmi da loro?

Non poco

Le avevo tolte ed infilate

Davanti alla vostra porta.

-Naftalina- Sunay Akın

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