Oggi le case in Turchia sono in muratura e in cemento armato.
Fino agli anni Settanta del secolo scorso la maggior parte dei palazzi era in legno: demoliti o bruciati, quelli invece sopravvissuti sono stati ristrutturati per diventati musei oppure, arrangiati per ospitare piccole locande, fanno scena nelle zone turistiche.
Istanbul vanta ogni tipo di soluzione abitativa. Tra tutte, le palazzine a tre o quattro piani sono le mie preferite, stiparsi in una torre non fa per me.
Quanto a soluzioni abitative sui generis, invece, c’è davvero da incuriosirsi.
Ci sono appartamenti che da fuori sono cubi moderni ma poi entrandoci ci si ritrova in verande minuscole e stanze con la porta anti incendio nella camera da letto o nel bagno (!!!) o sul balcone.
«Scusi ma se fa un terremoto e il balcone cade come si esce?»
«Ma se esci subito ce la fai».
Ho raccolto le conversazioni più assurde in questi anni per cui non trovo più tanto insensato che negli anni Ottanta molte palazzine siano state tirate su dalle stesse famiglie che ci avrebbero abitato dentro. In queste case gli ambienti sono divisi in maniera molto simile, segno che la gente comune si riconosceva in quella determinata idea di casa: bagni enormi come saloni e saloni piccoli come bagni, grandi disimpegni e atri inutilizzabili e stanze minuscole nelle quali i letti sono sempre addossati alle pareti coi muri storti.
Nei centri delle diverse città di Istanbul le palazzine sono di consuetudine incollate le une alle altre, condividono scale spesso buie, appartamenti sistemati uno per piano con rampe a chiocciola sconsigliate per chi soffre di giramenti di testa. Che sorpresa, tuttavia, dopo tanto girare e girare sbucare in appartamenti dalle geometrie impossibili con corridoi storti e stanze nascoste dietro un pilastro o spaccate al centro da colonne intorno alle quali cresce l’arredamento e tuttavia piene di sole, con balconi che s’affacciano su cortili interni.
La cosa curiosa del mercato immobiliare in Turchia è che le agenzie dedicate (emlak), presenti in maniera capillare ogni dieci passi, ragionano per numero di stanze e non per metrature come invece in Italia. Questo significa che una casa di sei stanze può anche misurare 60 metri quadri ed essere stata divisa col cartongesso in modo da creare sei o sette loculi inabitabili con più finestre che muri. Inoltre, basta salire lungo qualche strada di periferia per notare che le facciate dei palazzi sono di rado omogenee, cioè la gente si sente legittimata a prendere a picconate un muro per aprirsi un balcone o spostare una finestra da destra a sinistra; cambia cioè i connotati non solo al proprio appartamento ma anche all’intero condominio e va da sé che le palazzine qui sembrano un po’ tutte facce con gli occhi strabici.
Su grandi teli lunghi anche venti metri appesi agli edifici in costruzione (alcuni di grande lusso con all’interno servizi di ogni tipo, insomma palazzine letteralmente inglobate all’interno dei Mall) si pubblicizzano i nuovi appartamenti: 2+1 / 3+1 / 4+2 eccetera. Il primo numero esprime la quantità di camere da letto e l’altro il numero di stanze adibite a soggiorno. A questi numeri va aggiunta la cucina e il bagno. Quindi un 4+1 è una casa con quattro stanze, un salone, una cucina e almeno un bagno (sette ambienti ma chissà in quanti metri quadri, eheh 😉 )
Volevo comprare una casa, è stato qualche mese fa prima del tracollo economico, era davvero notevole. Solo un intoppo: aveva il secondo piano inutilizzabile e anche il proprietario aveva i meccanismi poco oliati.
«Ah, se solo il tetto fosse stato più alto!», lecito osservarlo in una duplex nella quale io, che sono alta quanto un comò, devo piegarmi di 45 gradi per arrivare alla porta del terrazzo.
«Non c’è problema. Lo alziamo!»
«Ma… come?»
«Si fa, si fa».
«Ma il proget–».
«Lo facciamo di notte, veloce però sennò ci registrano i satelliti».
«Ma… quindi è illegale!»
«E vabbè».
«Io non… scusi ma, a proposito, ma ce l’ha una planimetria dell’appartamento?»
«Ma perché lei la sa leggere?»
«Ma sta scherzando?»
Cose turche! Per questo ed altri motivi, dopo diversi scambi di tale caratura, sono rimasta in affitto. La casa dove attualmente vivo è piena di luce, mi piace moltissimo ed è anche divisa abbastanza bene seppure i bagni in Turchia siano doverosamente stanze cieche, al massimo un piccolo lunotto in alto sulla parete, come un atto rivoluzionario.