CINEMA CITY, L’ULTIMO ALBUM DELLA “WOMAN IN JAZZ” MAFALDA MINNOZZI.

VIAGGIO IN MUSICA E CANTO PER RIVISITARE, SECONDO UN REGISTRO DEL TUTTO ORIGINALE, NOTE COLONNE SONORE DI ROTA, RUSTICHELLI, MORRICONE

La delicatezza e l’ intensità delle performance, la ricostruzione di un  “plot” sofisticato  su atmosfere e spartiti jazzati (e che jazz!), il piacere  dell’ ascolto  evocando trame ed immagini conosciute sul grande schermo. Questo e molto altro è  “Cinema city”, l’ultimo album (sotto etichetta Mama Prod.Art) di  Mafalda Minnozzi, la cantante pavese di cui, nonostante i suoi lunghissimi anni di carriera e produzioni di alto livello da noi non abbiamo saputo ancora  apprezzarne fino in fondo lo sconfinato talento  a differenza dei trionfi riscontrati in altre parti del mondo (vedi Brasile, Stati Uniti). L’artista questa volta si adombra in quattordici incursioni nelle colonne sonore di film come, tra gli altri,  “Amici miei” di Mario Monicelli,  “Metti una sera a cena” di Giuseppe Patroni Griffi, “La dolce vita” di Federico Fellini, “Nuovo cinema Paradiso” di Giuseppe Tornatore e “Anonimo Veneziano”, di Enrico Maria Salerno, di quest’ultima pellicola  ci piace ricordare proprio il tema musicale che rese popolarissimo il concerto  per oboe  di Alessandro Marcello e Giorgio Gaslini. La Minnozzi innesta  la sua eleganza e classe nell’astrazioni dei pezzi, lusinga trame a cui spartiti jazz sovrappone coloriture di musica sudamericana. Lo si può affermare con certezza: ogni song è bellezza che appaga l’ascolto, gratifica “un sentire dell’anima”, la Minnozzi rilegge con innovazione, efficacia cristallina e secondo un  registro canoro del tutto personale  Morricone, Rustichelli, Rota, Cipriani, oltre al Renato Rascel di  “Arrivederci Roma” e il Franco Califano e Bruno Martino di “E la chiamavano estate”. Ma la cantante è superbamente  elegante, raffinata quando passa a cimentarsi sul  registro delle improvvisazioni, in quel contesto eccede, lì viene fuori l’artista-artista qual’é. Inoltre, l’ariosità espressiva e il lirismo largamente diffuso dell’album sono ancor più marcati nella performance di  “Amapola”  di Garcia Lacalle e dello stupendo “Deborah’s theme” di Morricone. Validi compagni di avventura della Minnozzi  sono in questo progetto jazz-scenes-from-italian-film ( meglio tradotto: un sogno per immagini da ascoltare) i brasiliani Tiago Costa ( pianoforte) e Sidiel Vieira (contrabbasso), il newyorkese Paul Ricci (chitarre) e Riccardo Mosca (batteria). Nelle vesti di  special guests ci sono Dave Liebman (sax-soprano), Graham Haynes (flicorno), Art Hirahara (organo hammond), Lucano Aquino (flicorno) e Jorginho Neto (trombone).

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