Le Cantine Bisceglia sono una realtà relativamente giovane. Nata nel 2001 per volontà di Mario Bisceglia, l’azienda oggi è guidata dal figlio Michele, che ha impresso all’azienda un taglio fresco e dinamico anche nel campo del marketing con l’estero, il destinatario principale delle esportazioni con il 70% della produzione.
“Siamo partiti da zero – racconta, con orgoglio Michele – dalla scommessa di mio padre di portare nel mondo il nome della nostra terra. E cosa c’è di più internazionale del vino?”
Con 44 ettari a disposizione, tutti coltivati a vite, le Cantine Bisceglia hanno l’ambizione di fondere la valorizzazione del territorio con l’internazionalizzazione.
“Proprio per questa ragione – spiega Michele – coltiviamo non solo i vitigni storici previsti dal disciplinare dell’Aglianico del Vulture, ma anche vitigni di respiro internazionale come Syrah, Chardonnay e Merlot. Il terreno vulcanico è perfetto per coltivare la vite, le particolari peculiarità pedo-climatiche tirano fuori caratteristiche uniche molto amate soprattutto in America”.
A rispecchiare il felice incontro tra tradizione e innovazione è la splendida cantina. “Una struttura ultramoderna in pietra vulcanica – dice Michele – pensata da un architetto giapponese come complesso multitasking, destinato non solo alla produzione ma anche alla contrattazione, alla degustazione e all’intrattenimento. In più abbiamo la fortuna di godere della vista di un complesso archeologico di circa 1400 metri quadrati, con ogni probabilità databile al IV secolo d.C, venuto fuori durante i lavori di realizzazione della nostra azienda”.
Ultimo nato della casa è Prime: “Un primitivo-merlot, che con un abile gioco di parole esprime al meglio la nostra mentalità, legata al territorio ma con un occhio costante all’estero.”
La presenza di Cantine Bisceglia al Vinitaly? E un tutt’uno con l’adesione al Consorzio di Tutela dell’Aglianico del Vulture. Michele, in proposito non ha dubbi:
“Più fai cooperazione, più stai insieme, più la forza di un territorio cresce. I francesi, su questo fronte, insegnano. L’ obiettivo comune dovrebbe essere rendere riconoscibile, non il singolo marchio, ma l’identità di un territorio”.
Abbinamento ideale: cauzunciddi con ragù di carne
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