Ieri sera il mio amico mi ha chiamato chiedendomi come stessi e subito dopo mi ha detto di essere preoccupato
Gli ho chiesto:
-Hai la febbre ?
-No
-Hai la tosse ?
-No
-E allora di cosa ti preoccupi ?
-Di internet… e se scoppia ? Ho sentito che la rete potrebbe non farcela… ma poi se restiamo anche senza internet, cosa facciamo ?
Ho provato a rassicurarlo, ma alla fine mi ha chiesto di rispiegargli tutto via mail e in maniera più semplice
E’ vero, la rete internet sta scricchiolando sia in Italia che in tutti i paesi che stanno costringendo a casa le popolazioni. Non potrebbe essere altrimenti: se le persone che di solito sono al lavoro, a scuola, al cinema, al ristorante sono costrette a stare a casa di sicuro la prima cosa che fanno è cercare di lavorare, di studiare, di guardare film e di fare le apericene in videochat con gli amici… il tutto ovviamente via internet
E’ inevitabile, ed è anche giusto che sia cosi’ !
Le aziende hanno un po’ di difficoltà a far lavorare per davvero i dipendenti da casa perché la linea dell’ufficio non è dimensionata per inviare una grande quantità di dati (di solito i dipendenti si trovano in ufficio e ricevono molti più dati di quanti ne trasmettono, ma ora che si trovano a casa è l’ufficio che deve trasmettere verso le loro abitazioni, ed a volte non ce la fa!). Inoltre le reti domestiche sono assolutamente sottodimensionate a causa dell’overbooking molto spinto praticato dagli operatori.
Che significa ? Che ogni operatore porta in un quartiere cittadino (nei famosi cabinet di strada, quelli con il cappello rosso) una capacità di banda che – di solito – è attorno ai 200Mbps (duecento), ma vende contratti con la promessa di poter navigare “fino a 100 (cento) mega in download (ricezione) e 20 in upload (trasmissione)” … solo che per ognuno di quei cabinet si possono attivare anche una cinquantina di utenti… e duecento diviso cinquanta non fa – evidentemente – 100.
L’operatore si comporta in questa maniera per poter praticare prezzi sempre più concorrenziali e confida nel fatto che non tutti gli utenti utilizzino contemporaneamente internet e comunque non tutti in maniera considerevole e costante. Di solito questa strategia è premiante, ma in questi giorni no!
Poi quel cabinet, assieme a tanti altri, è collegato ad una centrale che a sua volta è dimensionata più o meno con gli stessi criteri. L’intera città di Potenza dispone di tre centrali cui fanno capo tutti gli utenti. Queste sono a loro volta collegate ad uno dei 16 pop della rete nazionale (sono dei “concentratori” che raccolgono tutto il traffico italiano). Dai Pop il traffico arriva agli Internet Exchange Point (https://it.wikipedia.org/wiki/Internet_Exchange_Point ) che sono i luoghi dove confluiscono sia le reti degli operatori nazionali che i collegamenti verso l’estero.
Negli ultimi giorni è stata pubblicata spesso l’immagine della quantità di traffico gestita dal principale Internet Exchange Point, che è il MIX di Milano, e l’immagine è questa:

Si vede ad occhio nudo che la quantità di traffico internet dal 10 Marzo in poi è raddoppiata, ma il MIX di Milano è attualmente capace di gestire oltre cinque volte il picco massimo che è stato raggiunto in Marzo, quindi il problema non è li! E se – per assurdo – si arrivasse a saturare la sua capacità di banda, il traffico verrebbe parzialmente spostato sugli altri Initernet Exchange Point italiani.
Il problema è quindi nella rete di accesso (il famoso “ultimo miglio”) dove l’overbooking è troppo spinto ed inoltre la situazione è ulteriormente complicata dal fatto che le reti domestiche sono asimmetriche: sono state pensate per un utente che riceve tanti dati e ne trasmette molto pochi!
Ecco perché riesco ancora a cavarmela con lo streaming di RaiPlay, di Netflix e di Youtube (questi ultimi due hanno precauzionalmente disattivato la qualità HD per non ingolfare troppo le reti degli utenti), ma ho grandi difficoltà nella videochiamata con il whatsapp o con la didattica online, se non si parla uno alla volta!
L’aperitivo in videocall con gli amici va a scatti ed a scatti andavano persino i giornalisti che l’altra sera facevano le domande al presidente Conte dalle loro abitazioni (per alcuni non è stato possibile formulare la domanda perché addirittura l’audio non era comprensibile!)
Ma per tornare alla domanda del mio amico la realtà è che internet non può scoppiare perché è stata pensata e progettata proprio per sopperire a qualunque genere di calamità. L’odierna rete Internet deriva da Arpanet ( https://it.wikipedia.org/wiki/ARPANET ) che negli anni ’60 garantiva al governo americano uno strumento di comunicazione a prova di attacco nucleare.
In pratica la rete internet è progettata per far sì che l’informazione arrivi da un punto all’altro percorrendo la strada più veloce, ma se questa “si rompe” viene trovato un percorso magari più lungo tortuoso e lento purché l’informazione arrivi comunque a destinazione. Ecco perché dicevo che se per assurdo il MIX di Milano dovesse andare in sofferenza una cospicua parte del traffico internet verrebbe automaticamente dirottata sul Namex di Roma o sul Topix di Torino…
Ovviamente pochi hanno in casa (e – purtroppo – anche in azienda) due diversi fornitori di internet e quindi se “si rompe” qualcosa nell’ultimo miglio allora quell’utente o quel gruppo di utenti si ferma… ma soltanto loro!
E’ dunque probabile che, proseguendo con l’incremento del traffico sia sulle linee fisse che su quelle mobili, qualche servizio non funzionerà bene nelle ore di punta.
Questo accadrà in particolar modo ai flussi audio e video che vengono trasmessi “senza garanzia di consegna”, ma per tutti i servizi essenziali come la posta elettronica, la navigazione web (home banking, informazione online, chat testuali…) potremo al massimo dover pazientare un po’ di più perché le mail e le chat arriveranno con qualche secondo di ritardo e per aprire la pagina di un sito molto complesso anziché millisecondi serviranno secondi.
Questo perché per i servizi essenziali la rete internet si accerta che il pacchetto contenente le informazioni sia arrivato a destinazione e se – per qualche motivo – quel pacchetto si perde per strada ne rimanda un altro uguale… e se serve un altro ancora fino a che l’informazione non arriva completa al destinatario.
Quindi Pino (era il mio amico), stai tranquillo: potremo perdere qualche video con i selfie delle nostre influencer preferite, ma la mail con la bolletta da pagare ci arriverà sempre e comunque
Per chi volesse approfondire il tema consiglio di dare uno sguardo ai link che ho già indicato nelle righe precedenti ed anche ai seguenti articoli:
- Tim, Fastweb, Vodafone and Wind: Service Degradation in Italy: https://medux.com/tim-fastweb-vodafone-wind-service-degradation-in-italy/
- L’overbooking nell’era di Internet (31 agosto 2019): https://www.linkedin.com/pulse/loverbooking-nellera-di-internet-gennaro-claps/
- #smartworking da dove partiamo e dove possiamo arrivare? (28 Marzo 2020): https://www.linkedin.com/posts/francescoferrari1_smartworking-activity-6649754858603757568-bjAW